Выбери любимый жанр

La Fine Dell'Eternita - Asimov Isaac - Страница 43


Изменить размер шрифта:

43

«In quella particolare Realta, lei doveva morire giovane, naturalmente, e nessuno dei suoi analoghi era disponibile per un legame. Dapprima, accettai questa verita con molta filosofia. Dopotutto, era proprio la sua breve vita che le rendeva possibile vivere con me senza un'influenza deleteria sulla Realta.

«Ora me ne vergogno… mi vergogno di essere stato lieto della brevita della sua vita. Fu solo all'inizio, capisci? Solo all'inizio.

«Andavo a farle visita, tutte le volte che la Carta Spazio-temporale me lo permetteva. Cercavo di sfruttare ogni minuto, saltando pasti e ore di riposo, scaricando su altri il mio lavoro, senza alcuna vergogna, tutte le volte che questo mi era possibile. La sua dolcezza, la sua intelligenza, superarono di gran lunga le mie aspettative, e io mi innamorai. Posso dirtelo con piena convinzione. La mia esperienza dell'amore e molto piccola, e la comprensione che se ne ottiene attraverso le Osservazioni nel Tempo e fragile e incerta. Per me, comunque, era amore.

«Cio che era cominciato come il soddisfacimento di un bisogno fisico ed emotivo si trasformo in qualcosa di molto piu grande. La sua morte imminente non fu piu una cosa comoda e opportuna, ma una calamita. Tracciai il suo Progetto di Vita. No, non andai dai Progettisti di Vita; tracciai io stesso il Progetto. Questo ti sorprendera, immagino. Era un peccatuccio, in confronto a quello che feci dopo; anche se, in quel momento, mi parve un grosso crimine contro l'Eternita.

«Si, proprio io, Laban Twissell, il Calcolatore Anziano Laban Twissell.

«In tre occasioni separate, giunse e passo un punto determinato del tempo fisiologico nel quale qualche mia azione semplicissima avrebbe potuto alterare la personale Realta della mia donna. Naturalmente, sapevo che nessun Mutamento dettato da motivi personali avrebbe potuto essere autorizzato dal Consiglio. Tuttavia, cominciai a sentirmi personalmente responsabile della sua morte. Questo sentimento di colpa e importante, come motivazione delle mie azioni successive.

«Lei rimase incinta. Non agii in alcun modo, anche se sarebbe stato mio dovere agire. Avevo sviluppato il suo Progetto di Vita, modificato in modo da comprendere la sua relazione con me, e sapevo che una gravidanza sarebbe stata una conseguenza probabilissima. Come forse tu sai, a volte delle donne Temporali rimangono incinte a causa della loro relazione con un Eterno, malgrado tutte le precauzioni. Tuttavia, poiche nessun Eterno puo avere un figlio, queste gravidanze vengono interrotte in maniera indolore, e senza alcun rischio da parte della donna. Esistono molti metodi per farlo.

«Il mio Progetto di Vita aveva indicato che lei sarebbe morta prima del parto, cosi non presi precauzioni di sorta. Era felice, durante la gravidanza, e non volli toglierle nulla di questa felicita. Cosi mi limitai a osservare, e a tentare di sorridere quando mi diceva che poteva sentire la vita agitarsi e muoversi dentro di lei.

«Ma poi accadde una cosa. Lei partori prematuramente…

«No, non mi stupisco della tua espressione. Io ho avuto un figlio. Un vero figlio mio. Non credo ci sia nessun altro Eterno che possa dire una cosa simile. Questo non era un peccatuccio. Questo era un gravissimo reato, ma non era ancora niente.

«Non l'avevo previsto. La nascita di una nuova vita, e i suoi problemi, erano aspetti dell'esistenza di cui avevo un'esperienza minima.

«Studiai di nuovo il Progetto di Vita, in preda al panico, e trovai il figlio nato vivo, in una soluzione alternata di una diramazione di minima probabilita, che io avevo completamente trascurato. Un Progettista di Vita non avrebbe trascurato quella possibilita, e io avevo sbagliato ad affidarmi al mio talento in una maniera cosi totale.

«Ma che cosa potevo fare?

«Non potevo uccidere il bambino. La madre aveva ancora due settimane di vita. Pensai di lasciare vivere con lei il bambino per quelle due settimane. Due settimane. Due settimane di felicita non sono un dono troppo grande.

«La madre mori, come previsto, e nel modo previsto. Io rimasi nella sua stanza, per tutto il tempo permesso dalla Carta Spazio-temporale, pieno di dolore, un dolore reso piu intenso dal fatto di avere aspettato la sua morte per un anno intero, con piena consapevolezza. E cullai tra le braccia mio figlio, il figlio nato da lei e da me.

«Si, lo lasciai vivere. Cos'e quell'esclamazione, Harlan? Tu vuoi condannarmi, forse?

«Non puoi sapere che cosa significa stringere tra le braccia un atomo della tua vita. Forse io ho un Computaplex come sistema nervoso, delle Carte Spazio-temporali come sangue, ma lo so .

«Lo lasciai vivere. Commisi anche quel delitto. Lo affidai a un'istituzione del Secolo, e ritornai tutte le volte nelle quali mi fu possibile (seguendo una rigorosa sequenza temporale, necessaria anche nel tempo fisiologico) per effettuare i pagamenti necessari, e veder crescere il piccolo.

«In questo modo, passarono due anni. Periodicamente, controllavo il Progetto di Vita del bambino (ormai avevo fatto l'abitudine a violare quella regola,) e scoprivo con soddisfazione che non c'erano segni di effetti deleteri sulla Realta corrente, e a livelli di probabilita superiori allo 0,0001. Il bambino imparo a parlare, e pronuncio, sia pure con voce ancora incerta, alcune parole. Non gli insegnarono a chiamarmi 'Babbo'. I Temporali dell'istituzione alla quale avevo affidato il bambino ebbero forse dei sospetti sulla mia vera identita, e sul mio vero grado di parentela nei suoi confronti, ma non me lo fecero mai capire: si limitarono a riscuotere il denaro, senza fare commenti.

«E poi, quando furono trascorsi due anni, la necessita di un Mutamento che doveva includere il 575° venne sottoposta al Consiglio d'Ogniquando. Io ero stato promosso recentemente Assistente Calcolatore, e fui incaricato del Mutamento. Si trattava del primo Mutamento affidato alla mia supervisione esclusiva.

«Ne ero orgoglioso, naturalmente, ma anche preoccupato. Mio figlio era un intruso in quella Realta. Difficilmente avrebbe avuto un analogo. Il pensiero che egli sarebbe scomparso nella non-esistenza mi rattristo enormemente.

«Lavorai sul Mutamento, e posso ancor oggi vantarmi di avere compiuto un lavoro impeccabile; il mio primo lavoro. Ma cedetti a una tentazione: cedetti ancor piu facilmente, perche stava ormai diventando un'abitudine, per me. Ero un criminale incallito, un professionista del crimine. Sviluppai un nuovo Progetto di Vita per mio figlio nella nuova Realta, con la certezza di sapere gia quello che avrei trovato.

«E invece, per ventiquattro ore consecutive, senza mangiare e senza dormire, rimasi chiuso nel mio ufficio, alle prese con il Progetto di Vita che avevo sviluppato, affrontandolo da ogni lato, nel disperato tentativo di trovarvi un errore.

«Non c'erano errori.

«Il giorno dopo, prima di mettere in atto la soluzione da me trovata per il Mutamento, tracciai una Carta Spazio-temporale, usando metodi empirici e improvvisando, senza troppa cura (dopotutto quella Realta non sarebbe rimasta tale per molto), ed entrai nel Tempo in un punto a piu di trent'anni di distanza dalla nascita di mio figlio.

«Mio figlio aveva trentaquattro anni: la mia stessa eta. Mi presentai a lui, dicendo di essere un lontano parente, servendomi della conoscenza della famiglia di sua madre. Lui non sapeva nulla di suo padre, non ricordava le visite che gli avevo fatto durante la sua infanzia.

«Era un ingegnere aeronautico. Il 575° era un Secolo che aveva sviluppato mezza dozzina di sistemi di comunicazioni aeree (e lo e rimasto nell'attuale Realta) e mio figlio era diventato un membro di quella societa, era felice e aveva avuto successo. Era sposato felicemente, con una ragazza pazzamente innamorata di lui, ma non avrebbe avuto figli. E la ragazza non si sarebbe neppure sposata, nella Realta nella quale mio figlio non esisteva. Questo l'avevo saputo fin dall'inizio: avevo saputo che non ci sarebbero stati degli effetti deleteri sulla Realta. Altrimenti, forse non avrei avuto il coraggio di lasciare vivere mio figlio. Non sono completamente irresponsabile.

«Trascorsi l'intera giornata con mio figlio. Gli parlai educatamente, gli sorrisi cortesemente, mi congedai da lui con fredda cortesia, nel momento prescritto dalla Carta Spazio-temporale. Ma dietro questo atteggiamento io osservai e assorbii ogni gesto, mi riempii gli occhi del suo aspetto e della sua voce e delle sue parole, e cercai di vivere un giorno almeno di quella Realta che tra breve non sarebbe piu esistita.

«Quanto avrei desiderato rivedere anche mia moglie per l'ultima volta, in quella breve porzione del Tempo nel quale era vissuta! (si, la chiamo ancora mia moglie… ti sembra strano?) Ma gia avevo usato ogni secondo che mi era stato concesso. Non osai neppure entrare nel Tempo per rivederla senza farmi vedere.

«Cosi ritornai nell'Eternita, e passai un'ultima, orribile notte, lottando stupidamente con i rimpianti di cio che non avrebbe potuto essere. Il mattino dopo, consegnai i miei calcoli, insieme alle raccomandazioni per il Mutamento.»

La voce di Twissell si era abbassata, fino a diventare un rauco bisbiglio; poi tacque completamente. Il vecchio rimase cosi, a capo chino, con le spalle curve, gli occhi fissi su un punto del pavimento, torcendosi nervosamente le dita.

Harlan attese inutilmente che il vecchio dicesse qualcosa, poi si schiari la voce. Scopri di provare una grande pieta per Twissell, una pieta che non era diminuita, tutt'altro, dal pensiero dei molti crimini che aveva commesso. Disse:

«E questo e tutto?»

Twissell mormoro:

«No, il peggio… il peggio non lo sai ancora. Perche nella nuova Realta esisteva un analogo di mio figlio… un paraplegico, dall'eta di quattro anni. Quarantadue anni immobilizzato in un letto, in circostanze che mi impedivano di fare applicare al suo caso le tecniche di riattivazione dei nervi del 900°, e perfino di abbreviargli quella vita infelice in modo misericordioso e indolore.

«Quella nuova Realta esiste ancora. Mio figlio e ancora la fuori, nel Tempo, nella sua parte del Secolo. IO gli ho fatto questo. Erano stati il mio cervello e il mio Computaplex a scoprire quella nuova vita, per lui, e a cancellare la felicita che aveva posseduto nell'altra Realta. Io avevo commesso molti crimini per lui e per sua madre, ma quell'ultimo atto, benche rigorosamente improntato all'obbedienza del mio giuramento di Eterno, mi e sempre sembrato il mio piu grande delitto, il mio vero, unico delitto.»

Non c'era nulla da dire, e Harlan non disse nulla.

«Ora pero puoi capire come io possa comprendere il tuo caso, e perche io sia disposto a lasciarti la tua ragazza,» disse Twissell. «Questo non procurera alcun danno all'Eternita, e, in un certo senso, sara un modo come un altro per espiare il mio delitto.»

43
Перейти на страницу:

Вы читаете книгу


Asimov Isaac - La Fine Dell'Eternita La Fine Dell'Eternita
Мир литературы